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La filosofia della mente è divenuta, con l'affermarsi delle scienze cognitive, il fulcro teoretico del dibattito epistemologico contemporaneo. La sua affermazione non è priva di problemi. L'accettazione di una prospettiva naturalistica e di un metodo empirico-sperimentale nello studio dei processi cognitivi, comporta una sfida per le nuove teorie della complessità che si fondano su una nuova idea della mente umana. Il libro affronta, con rigore scientifico ma con stile chiaro, l'insieme dei problemi che nascono dalla difficoltà di conciliare la complessità del campo antropico con le istanze metodologiche dell'evoluzionismo, delle nuove correnti dell'evo-devo, della biologia generale, e con le frontiere attuali delle teorie filosofiche dei sistemi complessi e dei loro limiti formali. L'esempio su cui l'autrice commisura il dibattito epistemologico e il campo d'indagine empirica così circoscritto è il linguaggio e la sua storia evolutiva. Un viaggio all'origine delle nostre conoscenze per rispondere ad una domanda impegnativa per le scienze cognitive contemporanee: possiamo naturalizzare interamente la riflessione sul pensare umano?